HIV e AIDS: lo sapevate?

Molto spesso avrete sentito parlare di HIV e AIDS a scuola, al lavoro, dal medico o in ospedale. Negli ultimi anni i progetti di informazione e prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili sono cresciute in numero e qualità.

Qualora aveste prestato poca attenzione o vogliate rinfrescarvi la memoria, in questo breve articolo troverete qualche semplice informazione sulla storia di questa patologia, i metodi di trasmissione, le modalità di prevenzione e i sintomi.

Cos’è e come si contrae?

HIV è la sigla che indica il virus da immunodeficienza umana che causa l’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) o sindrome da immunodeficienza acquisita. La malattia fu scoperta solo nel 1980 da Michael Gottlieb, un ricercatore dell’Università della California, che riscontrò sintomi simili in molti pazienti che facevano parte di una comunità omosessuale di San Francisco.

Questo fatto fece sì che per molti anni l’AIDS fosse considerata una malattia unicamente gay e, per questo motivo, chiunque ne fosse affetto veniva stigmatizzato ed emarginato perché tacciato come omosessuale (etichetta scomoda al tempo). Con il tempo si imparò che l’HIV può essere trasmesso sia tra omosessuali che eterosessuali tramite il contatto diretto con liquidi corporei o sangue di chi è sieropositivo.

Tra giovani ed adulti i modi in cui il virus viene trasmesso più comunemente sono attraverso lo scambio di siringhe infette (i cui aghi siano stati usati per tatuaggi o iniezioni di droga) e rapporti sessuali non protetti. Esiste anche un alto rischio che bambini di donne con AIDS contraggano la malattia: in questo caso, il bimbo può essere contagiato durante la gravidanza, tramite l’allattamento al seno o al momento stesso del parto.

Come si manifesta e come si previene?

Chi avesse contratto l’infezione da HIV potrebbe vivere tranquillamente fino a dieci anni senza che i sintomi si manifestino. In genere, la malattia attraversa quattro stadi: incubazione, infezione acuta, periodo di latenza ed AIDS. La prima fase dura poche settimane, la seconda dura poco meno di un mese e si manifesta sotto forma di sintomi influenzali come febbre, malessere, mal di gola, irritazioni cutanee e dolore muscolare (più raramente mal di testa, sintomi neurologici, nausea e vomito).

La terza fase è priva di sintomi e, come abbiamo detto, può durare fino a dieci anni; ed infine la fase finale dell’AIDS si manifesta con tumori ed infiammazioni di varia natura. Per molti anni l’AIDS ha causato moltissime vittime, ma, ora che la ricerca scientifica è progredita, abbiamo imparato a conoscere il virus più a fondo e siamo a conoscenza di metodi che ci permettono di prevenire il contagio (anche se in Africa è ancora una delle cause primarie di decesso).

I metodi di prevenzione sono molto semplici: evitare le cause. Evitare di scambiare siringhe e riutilizzare aghi e utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali. Per quanto riguarda le madri sieropositive, si è riscontrato un abbassamento del rischio che il bimbo venga contagiato grazie a farmaci antiretrovirali, parto cesareo e latte in polvere.

Magico festival del cinema di Venezia

Quando pensiamo a Venezia ci vengono in mente le gondole, il labirinto di calli strette, piazza San Marco, il ponte di Rialto, masse di turisti, le isole di Murano e Burano e molte altre cose ancora. Ma ciò che non possiamo lasciar fuori dall’elenco è il festival del cinema di Venezia che ogni anno si svolge nel Palazzo del Cinema al Lido di Venezia.

L’appuntamento annuale con questo festival è un must per gli appassionati e, almeno una volta nella vita, vale la pena assistervi. Si tratta, infatti, di un festival cinematografico tra i più antichi al mondo ed è un’occasione unica per vedere anteprime di nuovi film, per entrare a contatto con critici cinematografici e per veder sfilare gli attori più famosi di Hollywood che, di norma, alloggiano all’hotel Excelsior, un albergo extralusso che si affaccia su una spiaggetta privata.

La storia del festival

Il nome ufficiale del festival del cinema di Venezia è “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”, la prima edizione fu tenuta nel lontano 1932 ed è diventato, nel tempo, uno tra i più importanti appuntamenti per il mondo del cinema su scala mondiale, al pari del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dell’Orso d’Oro e del Festival di Cannes.

Ed è secondo solo all’Academy Award (o notte degli Oscar) inaugurato addirittura nel 1929.
Di conseguenza, il riconoscimento assegnato durante il festival di Venezia è uno dei più ambiti ed importanti: il premio principale è il leone d’oro, simbolo, appunto, della città di Venezia (il famoso leone di San Marco). Ogni anno, il festival tiene luogo tra la fine di Agosto e l’inizio di Settembre

Curiosità

Essendo un punto di ritrovo per le personalità più brillanti ed eccentriche del panorama cinematografico internazionale, c’è da aspettarsi che l’ambiente del festival sia sempre frizzante ed emozionante, insomma, non ci si annoia di certo. Vediamo insieme alcune peculiarità dell’evento.

Innanzitutto, ogni festival che si rispetti deve avere una madrina che ogni anno viene scelta per bellezza, presenza scenica e talento, e si può dire che non lascia mai delusi. Lo scopo della mostra è di assegnare una serie di premi a registi, film e attori; potete bene immaginare, quindi, che la giuria sarà composta ogni anno da personaggi di spicco del mondo cinematografico: un team di esperti in grado di valutare e giudicare il lavoro proiettato sul grande schermo.

Infine, un po’ di sano gossip non manca mai: star italiane ed internazionali non perdono certo l’occasione di dar spettacolo e di attirare flotte di giornalisti, paparazzi e curiosi calcando il tappeto rosso accompagnati da una nuova fiamma o in solitaria.

E fa scalpore anche chi non si presenta: un’assenza ingiustificata all’impedibile mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia viene additata malevolmente da stampa, colleghi e fan; perciò anche le star più importanti ci pensano due volte prima di rinunciare all’evento.

Gli edifici più storti del mondo

Quando viaggiamo spesso ci troviamo di fronte a prodigi architettonici e capolavori d’ingegneria. Ma a volte capita che anche i migliori sbaglino: ed ecco che nascono gli edifici più storti del mondo. La struttura di questi edifici è spesso estremamente solida e resistente, ciò che è sbagliato è il punto in cui sono stati eretti i palazzi (o le torri e i campanili).

Con il passare del tempo, alcuni di questi edifici potrebbero arrivare a collassare se non verranno ideati metodi per frenare e arrestare il processo di inclinazione. A volte la pendenza può raggiungere livelli allarmanti e può essere pericoloso per i turisti e gli abitanti continuare a transitare in prossimità di queste costruzioni.

In altri casi, la pendenza diventa una caratteristica unica che non fa altro che attirare più turisti e curiosi da tutte le parti del mondo. Infatti, recentemente alcuni architetti hanno progettato degli edifici volutamente storti per vivacizzare l’aspetto generale e l’impatto visivo di molte città.

Nel mondo

La Germania e’ ricca di edifici storti: troviamo, infatti, il Neuer Zollhof, vicino al porto di Dusseldorf, volutamente progettato con un’evidente inclinazione. E ancora troviamo l’instabile torre della chiesa di Bad Frankenhausen, in Turingia.

In questo caso, la pendenza è dovuta ad una sorgente sotterranea che sta poco a poco erodendo le fondamenta del campanile che dal 1640 ha raggiunto una pendenza di 4,5 gradi e sembra inesorabilmente destinato a collassare. Sempre in Germania troviamo il campanile della chiesa di Suurhunsen, ormai chiusa al pubblico. Il motivo del cedimento è il terreno paludoso su cui è stato originariamente costruito l’edificio.

Esistono molti altri edifici pendenti nel mondo: il templio di Huma in India, la torre di Nevyansk in Russia, l’Oude Kerk nei Paesi Bassi, la Pagoda della Collina della Tigre in Cina, la Capital Gate Tower di Abu Dhabi, la torre dello stadio olimpico di Montreal in Canada, la Puerta de Europa a Madrid, la casa danzante di Praga, la Klein Bottle House in Australia e molte altre ancora.

In Italia

Anche in Italia esistono molti edifici pendenti. Il più famoso è sicuramente la torre di Pisa, che ogni anno attira migliaia di turisti tra italiani e stranieri. La torre ha iniziato ad inclinarsi poco dopo essere stata ultimata ma è stata dichiarata pienamente stabile e sicura nel 2008. A quanto pare, recentemente l’edificio avrebbe smesso di inclinarsi e gli esperti hanno assicurato che non crollerà per almeno altri duecento anni.

Sempre in Italia troviamo la torre degli Asinelli di Bologna e la casa pendente di Bomarzo, in provincia di Viterbo. Quest’ultima è l’attrazione principale del suggestivo Parco dei Mostri ed è famosa per il senso di nausea che coglie chiunque vi metta piede. La torre degli Asinelli, invece, è la più alta delle due torri simbolo di Bologna ed entrambe pendenti. Il processo di inclinazione è iniziato ancora nel XIV secolo a causa di un cedimento del terreno.

Il mito del giardinaggio domestico

Personalizzare e prendersi cura del proprio giardino può essere un lavoro a tempo o un hobby che ci permetta di distrarci dai nostri impegni quotidiani e ci faccia scaricare stress e tensioni. Il giardinaggio fai-da-te è piuttosto complicato se non l’avete mai fatto prima ma vedere i risultati del proprio lavoro da delle soddisfazioni enormi.

Come in tutti gli ambiti del fai-da-te, il giardinaggio ci permette di vedere il prodotto finito e intero, che ci darà molta più soddisfazione di un prodotto comprato. Nella categoria del giardinaggio fai-da-te rientrano molte attività diverse.

La cura di fiori, prato e piante, la costruzione di staccionate e casette in legno, la creazione e composizione creativa di angoli di giardino dove viuzze di ciottoli si mischiano a fiori e foglie, la cura di alberi da frutto, la decorazione di terrazze, l’installazione di laghetti artificiali, la tosatura del prato e molte altre.

Idee decorative

Per quanto riguarda consigli tecnici per la cura del vostro giardino e delle vostre piante il consiglio e’ di consultare un esperto o di leggere riviste specializzate e valutare attentamente le attenzioni necessarie per ogni momento dell’anno. In questo articolo, vedremo invece qualche semplice e simpatica idea per abbellire e decorare il vostro giardino.

L’idea principale quando si parla di decorazioni per il giardino è quella di creare qualcosa di piacevole che permetta a famiglia e amici di riunirsi in un ambiente rilassante e godersi la bellezza della natura.

Una creazione che non passa mai di moda è l’installazione di una cova in cui accendere un fuoco attorno al quale riunirsi anche durante le serate più fredde ed arrostire marshmallow. I sedili su cui rilassarsi possono essere resi comodi ed invitanti grazie ad una serie di semplici trucchi: potete riutilizzare vecchi bancali per creare le sedute, costruire tende con lenzuola e cuscini o montare un semplice gazebo con delle travi di legno.

E per i bambini?

Quando sono piccoli i bambini passano molto tempo in giardino a giocare e divertirsi, perciò perché non creare qualche costruzione che gli permetta di sfogare tutta la loro energia ed immaginazione? Una semplice idea è di disegnare lo schema del twister sul porticato o sull’erba, in alternativa potete creare una montagnola con dei vecchi pneumatici dove si possano arrampicare e rotolare giù senza rischio di farsi male.

Potete anche montare una lavagna gigante su uno dei muri esterni dove i bimbi possano sfogare il loro lato artistico, o costruire una piscina artificiale, installare un trampolino, creare dei rifugi segreti con tende e lenzuola, o ricreare una spiaggia esotica con sabbia, palette e secchiello.

Le opzioni sono tantissime, ma chiedete consiglio direttamente ai vostri figli, la loro fantasia non ha limiti e sapranno darvi delle idee uniche con cui personalizzare ed abbellire il vostro giardino.

Un’invenzione per salvare i mari

L’inquinamento ambientale è un problema quanto mai attuale e pressante. Oltre che a livello atmosferico, anche dalla terra e i mari ci arrivano cifre e statistiche preoccupanti. Il problema principale delle acque marine sono i rifiuti che vengono gettati irresponsabilmente in fiumi, mari e oceani e che vanno a danneggiare e mettere in pericolo la vita di molte specie animali – oltre che a sporcare acqua e fondali.

Il materiale meno biodegradabile e che quindi resiste più a lungo in acqua è la plastica. E’ stato stimato che negli oceani vi siano 269mila tonnellate di plastica, che ogni anno aumentano di 7 milioni e 250mila chili.

Plastica e microplastiche sono pericolose per pesci, uccelli, tartarughe e tutti gli esseri viventi che vivono e si riproducono negli oceani: il rischio per questi animali marini è di ingerire componenti plastiche o di rimanere incastrati in esse e crescere con pericolose (ed estremamente dolorose) malformazioni.

Il progetto di Boyan Slat

Boyan Slat è uno studente olandese che, a soli diciannove anni, sembra aver trovato una soluzione per risolvere il problema dell’inquinamento marino. Il suo progetto si chiama Ocean Cleanup e consiste in un sistema di barriere ancorate al fondale e composta da due lunghissimi bracci fluttuanti (almeno 2mila metri l’uno) che sfruttano le correnti per convogliare la plastica e i rifiuti in punti di raccolta che contengono dei frantumatori.

Tutti i detriti raccolti vengono successivamente riciclati. Chiaramente, un’invenzione di questo tipo richiede molti test e un budget consistente per poter essere realizzata in pratica. Credeteci o no, questo progetto è interamente finanziato dal basso: il geniale diciannovenne ha iniziato una raccolta fondi nel 2014 che ha ora raggiunto una somma superiore ai 2 milioni di dollari.

I test sono stati condotti nella cosiddetta “Great Pacific Garbage Patch”, una zona estremamente inquinata (apparentemente grande come l’Europa) e ricca di rifiuti plastici situata tra la California e le Hawaii – tra l’altro posizione ideale per i test grazie alla benevolenza delle correnti marine.

Dove verrà utilizzato il sistema Ocean Cleanup

Studi hanno rivelato che le maggiori concentrazioni di plastica si raggruppano in cinque “isole-spazzatura”, una delle quali è appunto la Great Pacific Garbage Patch. Un’altra isola si trova nel Pacifico, due nell’Oceano Atlantico e una nell’Indiano. Oltre ai test effettuati nel Pacifico, il sistema Ocean Cleanup vedrà la sua prima installazione ufficiale proprio nel 2016 vicino alle coste giapponesi, in particolare vicino le rive di Tsushima – isola tra Giappone e Corea del Sud.

Il progetto di Slat è estremamente ambizioso, ma il diciannovenne prevede di creare molte altre barriere nei prossimi cinque anni puntando a raggiungere una lunghezza di 100 chilometri a barriera. L’obiettivo è di ripulire interamente gli oceani entro dieci anni. In bocca al lupo!

Tutto ciò che non sapevate sulle Olimpiadi

Ogni quattro anni i giochi olimpici riuniscono migliaia di atleti, appassionati e curiosi da ogni parte del mondo. Generalmente, il motivo per cui guardiamo le Olimpiadi è per tifare per la nostra nazionale, per seguire qualche amico e parente che ha passato le selezioni e si è qualificato o per uno spirito goliardico che ci fa sentire quasi in dovere di seguire almeno qualche evento.

Ma a pensarci bene, le Olimpiadi sono molto di più che un semplice evento sportivo, sono un’occasione di incontro e di scambio tra atleti, organizzatori ed allenatori di nazionalità diverse che non avrebbero, altrimenti, avuto altra occasione di confrontarsi uno con l’altro.

Oltre alla componente competitiva, durante i giochi olimpici si crea un forte cameratismo tra atleti che spesso si rendono conto di affrontare tutti le stesse difficoltà e di avere tutti lo stesso amore e attaccamento alla propria maglia, qualsiasi essa sia. Dalla prima edizione nell’antica Grecia, le Olimpiadi sono cambiate molto.

Gli atleti in gara sono molto più numerosi, più forti e preparati, l’organizzazione ha fatto passi da gigante, gli sport sono aumentati di numero, le donne partecipano al pari degli uomini e nel corso degli anni sono capitati un gran numero di eventi curiosi e simpatici che vale la pena ricordare.

I simboli olimpici

Innanzitutto, vale la pena ricordare che i cinque cerchi simbolo dei giochi olimpici sono associati ai cinque continenti diversi (nero per l’Africa, verde per l’Europa, blu per l’Oceania, giallo per l’Asia e rosso per l’America). L’ideatore di questo simbolo fu il barone Pierre de Coubertin che voleva rappresentare in maniera stilizzata l’unione tra i cinque continenti e lo spirito di fratellanza e vicinanza che accomuna tutti gli atleti.

Altri due simboli chiave dei giochi sono il motto e l’inno olimpico. Il motto, scelto dal Comitato Olimpico Internazionale, recita “Citius, Altius, Fortius” ovvero “più veloce, più alto, più forte”. Mentre l’inno, nonostante fosse stato composto da Spyros Samaras per i giochi del 1896, fu dichiarato ufficiale dal CIO solo nel 1958.

Infine, la torcia olimpica: il simbolo per eccellenza. Passata di mano in mano grazie ad una staffetta, l’accensione del braciere decreta l’apertura ufficiale dei giochi.

Qualche curiosità

Un fatto curioso che forse non tutti sanno è che le medaglie olimpiche non sono realmente d’oro. La medaglia per il vincitore è in realtà fatta d’argento e laccata in oro. L’ultima medaglia interamente d’oro è stata consegnata durante i giochi del 1912.

Per quanto riguarda le prime edizioni delle Olimpiadi, il sistema di premi era molto diverso: al primo classificato spettava un ramo d’ulivo e una medaglia d’argento, al secondo una di bronzo e al terzo nulla.

Il premio che gli atleti ricevono quando vincono una medaglia varia a seconda del loro paese d’origine. Infatti, il governo di ogni stato decide che premio monetario assegnare ai vincitori e questa cifra varia da centinaia di migliaia di dollari fino ad un minimo di 0$ – ma almeno rimane la soddisfazione personale, no?

Tutto personale per il Natale

Con l’avvicinarsi del Natale iniziano le corse per negozi a comprare gli ultimi regali, a fare la spesa per il cenone della vigilia, ad acquistare decorazioni per abbellire le case, a prendere pacchi e pacchetti colorati per sorprendere i nostri amici con regali attraenti e accattivanti e a scegliere l’abito ideale da indossare durante cene e pranzi con i parenti.

Tutte queste tradizioni sono tanto belle quanto costose, sono un must di ogni anno ma ci fanno spendere molto tempo ed energia. Per questo motivo, da qualche anno si è diffusa la moda del fai-da-te per quanto riguarda regali, decorazioni, albero di natale e centrotavola.

Creare questi oggettini dall’inizio alla fine ci farà sentire orgogliosi del risultato finale e farà percepire ai nostri ospiti un interesse genuino nei loro confronti: più che un oggetto, il regalo e le decorazioni fai-da-te danno l’idea di un desiderio di regalare il nostro tempo e il nostro impegno alle persone, e questi doni non passano mai di moda.

Regali fai-da-te

Un regalo fatto a mano e con il cuore è la maniera migliore per sorprendere amici e parenti. Vediamo insieme una serie di idee simpatiche da cui potrete prendere spunto per le prossime feste.

Un evergreen dei regali fai-da-te natalizi sono le candele profumate: nelle erboristerie spesso troverete miscele già pronte per creare le vostre candele personalizzate che potrete poi decorare con lustrini, adesivi a tema, fiocchi e lucine. Oltre che alla decorazione potrete personalizzare anche la forma e la grandezza delle candele scegliendo vasetti in vetro sempre diversi.

Se sapete lavorare a maglia allora il gioco è fatto: in questo caso potrete sbizzarrirvi e cucire maglioni, babbucce, borse, buste porta oggetti e chi più ne ha più ne metta. Qualora non foste capaci ma aveste voglia di cimentarvi con il cucito, potete trovare dei semplici e chiari tutorial online o in giornali specializzati che vi aiuteranno a realizzare i vostri regali.

La tavola fai-da-te

Se quest’anno ospitate parenti e amici per il cenone della vigilia o il pranzo di Natale, vale la pena spendere un po’ di tempo per rendere la vostra tavola impeccabile. Oltre alla disposizione di piatti e posati e la scelta di tovaglie e colori a tema, l’elemento principale che richiamerà subito alle festività è proprio il centrotavola.

Esistono moltissimi modi di personalizzare e decorare i vostri centrotavola per rallegrare il pasto ed evidenziare l’atmosfera natalizia, vediamoli insieme. Immancabili, i barattoli decorativi. Possono essere riempiti e decorati a piacimento, un classico è uno strato di sassi, una piccola candela e un numero di bacche rosse e rametti di pino ed il gioco è fatto.

Un altro must è il tronchetto natalizio: l’idea qui è di prendere un tronchetto di misure ridotte, scavarlo sufficientemente da potervi inserire delle candeline e ultimarlo aggiungendo del muschio o rametti di abete. Infine, c’è l’opzione naturale: una composizione di arance, stecche di cannella e fiori di garofano renderà la vostra tavola unica e profu

Le migliori invenzioni italiane

Oggi gli italiani sono famosi in tutto il mondo per pasta, pizza e mafia. Quando giriamo all’estero veniamo presi in giro per la nostra abitudine di gesticolare e per la nostra tendenza a scegliere sempre la soluzione più semplice e meno faticosa. Ma noi italiani siamo molto di più che un’amatriciana e del buon vino.

Nei secoli, le invenzioni partorite da illustri menti italiane hanno avuto il potere di cambiare il corso della storia, non solo della nostra nazione ma di tutto il mondo.

In questo articolo vedremo andremo alla scoperta delle invenzioni italiane più influenti ed importanti dell’ultimo secolo: alcune le conoscerete già, altre forse non sapevate fossero frutto di una mente italiana, e altre ancora vi faranno sentire orgogliosi di far parte di questa cultura che, oltre ad aver dato vita ad innumerevoli capolavori artistici, ha saputo influenzare e rivoluzionare il mercato mondiale in più di un’occasione.

Le principali

L’invenzione che probabilmente ha contribuito più di tutte a far conoscere la cultura e l’ingegno italiano all’estero è il telefono. Forse avrete sempre sentito dire che Bell fu l’inventore del telefono, ma in realtà l’italiano Antonio Meucci nel 1871 aveva depositato un brevetto temporaneo che, purtroppo, non fu in grado di rinnovare. Ma nel 2002 la Corte Suprema Statunitense attribuì definitivamente il merito al nostro Meucci.

Un’altra importante invenzione italiana fu la radio. Guglielmo Marconi ottenne il Premio Nobel per la fisica nel 1909 grazie alla creazione del primo rudimentale strumento che nel giro di pochi anni venne sviluppato e perfezionato fino a diventare la prima radio. E ancora, Felice Matteucci ed Eugenio Barsanti furono i primi, nel 1853, a brevettare il primo modello di motore a scoppio.

E ancora…

Quando parliamo di invenzioni made in Italy vale la pena ricordare la pila elettrica: Alessandro Volta nel 1799 creò il primo generatore statico di elettricità che passò alla storia con il nome pila di Volta ed ottenne un riconoscimento perfino da Napoleone.

Gli italiani sono sempre stati all’avanguardia nella creazione di mezzi di trasporto: la Vespa, la Fiat 500 e l’elicottero hanno tutti visto i natali in terra nostrana. La Vespa, progettata da Corradino d’Ascanio, fu lanciata dalla Piaggio nel 1946, la Fiat 500 fu testata e inaugurata nel 1957 mentre l’elicottero venne ideato sempre da Corradino d’Ascanio che nel 1930 riuscì a far volare il primo modello per poco più di otto minuti.

Ma noi italiani abbiamo anche uno spiccato lato artistico: il primo pianoforte fu ideato Bartolomeo Cristofori nel lontano Settecento. E infine, come non citare la moka? La passione tutta italiana del caffè risale all’invenzione del bolognese Alfonso Bialetti che nel 1933 brevettò la prima moka che può essere trovata oggi esposta al MoMa di New York.

Fascino della cultura giapponese

Quando pensiamo al Giappone ci vengono in mente due cose: il sushi e i samurai. Un po’ riduttivo per sintetizzare una cultura millenaria che ha influenzato il mondo intero. Il mondo orientale, ed in particolare il Giappone, hanno sempre esercitato un fascino misterioso sui turisti e curiosi europei e americani.

La contrapposizione e le diversità di quest’isola rispetto alle usanze occidentali saltano all’occhio e ci fanno venir voglia di immergerci in questa cultura accattivante. C’è da dire anche che il Giappone di oggi è molto diverso dal Giappone di un tempo. Storicamente, quest’isola è stata una degli ultimi paesi ad uscire dall’epoca medievale e dagli antichi sistemi gerarchici e sociali.

Il Giappone di oggi è il risultato della millenaria storia e cultura autoctone ma anche dell’influenza occidentale. Infatti, furono proprio gli americani a scrivere la costituzione del paese una volta finita la seconda guerra mondiale. Oggi, per quanto il Giappone abbia in vigore leggi molto rigide che regolano le migrazioni e l’installazione di stranieri nel paese, stiamo assistendo ad una graduale apertura e modernizzazione di una nazione che è sempre stata restia ai cambiamenti.

Arte e scrittura

Un primo elemento discriminatorio che salta all’occhio quando analizziamo la cultura giapponese è senza dubbio l’importante ruolo che arte e scrittura giocano nella storia e nell’identità nipponiche. La stesura dei caratteri della lingua giapponese scritta è considerata una forma d’arte di per se’.

Un solo simbolo può essere scritto e riscritto innumerevoli volte fino all’ottenimento dell’effetto desiderato. Questa perizia e importanza attribuita alla calligrafia spesso risulta incomprensibile agli occhi degli occidentali.Anche pittura, scultura e ukiyo-e sono elementi fondamentali che ci permettono di avvicinarci ad una comprensione della mentalità e sensibilità nipponica.

Queste forme artistiche ancora oggi sono piuttosto legate alle tecniche della tradizione dimostrando un profondo attaccamento ai valori antichi. Gli ukiyo-e sono stampe realizzate su blocchi di legno che hanno reso l’arte accessibile alle grandi masse.

La modernità

Oltre a mantenere un forte attaccamento (a volte anche inconscio) ai valori antichi (grazie anche alla religione), il Giappone di oggi è stato in grado di modificare la sua immagine a livello internazionale, emanando una sensazione di modernità e rinnovamento.

I giovani giapponesi sono oggi conosciuti in tutto il mondo per i loro gusti eccessivi e stravaganti che spesso rimandano ai manga: i fumetti giapponesi che hanno spopolato a livello internazionale. Inoltre, molte tra le principali città del Giappone di oggi hanno visibilmente subito l’influenza europea e statunitense per quanto riguarda la struttura architettonica e il tipo di locali in cui ci si può imbattere.

Un altro importante elemento che dimostra un progresso e una spinta alla modernizzazione della cultura nipponica è il fatto che il Giappone sia spesso all’avanguardia nello sviluppo di nuove tecnologie e nel settore industriale.

Vaccino: buono o cattivo?

Negli ultimi anni si sono accesi molti dibattiti riguardo i rischi e i vantaggi dei vaccini. Dalle vaccinazioni obbligatorie a quelle opzionali, oggigiorno ormai esistono un gran numero di iniezioni possibili che continuano ad essere studiate e create con il solo scopo di prevenire l’insorgenza di alcune malattie.

Innanzitutto, è importante capire che cos’è e come funziona il vaccino. Il principio base del vaccino è molto semplice e diretto: quando ci sottoponiamo alla vaccinazione, ci viene iniettato un preparato che, in minima parte, contiene particelle del DNA del microrganismo colpevole di causare la malattia che stiamo cercando di prevenire.

In questo modo, il nostro organismo viene stimolato a produrre anticorpi per debellare la versione indebolita del virus che abbiamo iniettato. In questo modo, qualora in futuro dovessimo rientrare in contatto con lo stesso virus, il nostro organismo sarà già preparato e pronto a combatterlo.

Il fatto di iniettare un virus (seppur indebolito e in minuscole quantità) nel corpo umano (ed in particolare nei bambini) ha scatenato numerosissime polemiche: vediamo insieme i pro e i contro di questa pratica.

Pro vaccino

Il primo elemento da citare in favore della pratica del vaccino è senza dubbio il fatto che le statistiche provano che le vaccinazioni riducano il rischio di contrarre la malattia fino al 99%. I vaccini più comuni sono quelli per morbillo, rosolia e parotite; altri vaccini continuano ad essere somministrati nonostante la malattia sia stata ormai debellata nel paese in questione (come per esempio la poliomielite in Italia).

Anche questo fatto ha fatto sorgere parecchi dubbi e critiche. Perché continuare a sottoporsi ad un’iniezione se il rischio di contrarre la malattia è nullo? Gli esperti suggeriscono che il rischio che le malattie ricompaiano è sempre presente; inoltre, in questo caso il vaccino è una misura preventiva in caso si viaggi in un paese in cui questa particolare malattia non sia ancora stata debellata.

Contro vaccino

Il rischio più concreto che si corre sottoponendosi alle vaccinazioni è il rischio di shock anafilattico causato da una reazione allergica alla soluzione iniettata: tuttavia, le probabilità che quest’eventualità si verifichi sono una su un milione.

In generale, le complicanze sono rare, ma sono recentemente circolate molte voci che suggeriscono che i vaccini contengano mercurio, che provochino autismo e che facciano, in realtà, ammalare invece che prevenire l’insorgenza della malattia. All’inizio delle sperimentazioni, i ricercatori avevano preso in considerazione la possibilità che, a causa di qualche reazione chimica particolare, i microrganismi e i microbi potrebbero ritornare al loro stato iniziale – ovvero allo stato non attenuato.

Tuttavia, anni e anni di test e verifiche hanno portato alla conclusione che i rischi e le complicanze causate dal vaccino siano assolutamente minime ed ignorabili. Per questo motivo, nonostante il gran numero di critiche, il vaccino continua ad essere una pratica estremamente diffusa in moltissimi paesi.