La nostra quotidianità e lo smartphone

Alzi la mano chi non ha lo smartphone. Nessuno. Infatti, oggi giorno è molto difficile trovare qualcuno che non usi lo smartphone.

Ma non perché è una moda, o perché vogliamo seguire le ultime tendenze e uscite tecnologiche, ma perché è realmente utile e insostituibile nella nostra quotidianità. É comodo, veloce, e abbiamo tutto a portata di mano in un solo apparecchio che ci sta nella tasca.

Dalle immagini alla musica, e molto altro ancora

Se possediamo uno smartphone sappiamo bene che funzioni ci offre e quante possibilità abbiamo. Prima se volevamo fare le foto, dovevamo portare con noi la fotocamera. Oggi c’è lo smartphone. Se volevamo fare i video, dovevamo portare la videocamera.

Se volevamo un navigatore satellitare dovevamo comprarcelo. Se volevamo le mappe delle strade per sapere dove andiamo, dovevamo portarcele con noi. Se volevamo la connessione internet e accesso al web, ci serviva il computer. Oggi invece abbiamo tutte queste funzioni ( e molte altre ancora ) nel nostro smartphone.

Se ci serve lo scanner, il lettore mp3, lettore video, abbiamo tutto con noi. I quotidiani e i libri a portata di mano, come e quando vogliamo. Le stazioni radio, i film e le applicazioni. La scelta è immensa.

Lo smartphone durante gli anni ha subito un’evoluzione incredibile. È diventato una cosa indispensabile nella vita di tutti noi. La tecnologia che fa passi da gigante sicuramente ci facilità la vita.

Le persone anziane e l’uso dello smartphone

Sostituire la tastiera vecchia ( quella con i numeri e i tasti ) con uno schermo touch screen è una questione d’abitudine. In commercio oggi giorno difficilmente troverete i vecchi modelli di cellulari con i tasti.

La tecnologia dello schermo che si tocca è talmente diffusa che anche i bambini e gli anziani hanno imparato velocemente ad usarli. Ci vuole in po’ di pratica come per tutte le altre cose, ma per il resto, non è assolutamente difficile usare uno smartphone. È più la paura delle cose nuove e sconosciute che limita le persone che non vogliono usare lo smartphone.

Ognuno può decidere come e quando usarlo, se attivare o no la connessione internet. Se usarlo per installare le varie applicazioni, o semplicemente per fare le foto, effettuare le chiamate e mandare i messaggi. Il fatto è che una volta imparato ad usarlo, scoprirete un mondo incredibile che si nasconde dentro.

Per le persone anziane che non si sentono “sicure” toccare lo schermo con il dito perché hanno tremore delle mani, esiste la soluzione dello smartphone con la penna fatta a apposta per cliccare sullo schermo senza sbagliare. Con i smartphone di oggi, tutto quello che vi passa per la mente vi sarà dato, e anche di più.

Caricabatterie portatili: uno sguardo ai modelli ad energia solare

L’utilità dei caricabatterie portatili in un mondo dipendente dagli smartphone non è discutibile. Oramai chiunque è in possesso di un tablet o uno smartphone e immaginarsi una quotidianità priva di questi supporti tecnologici sembra ormai impossibile.

Tuttavia, come bene o male tutti saprete, la pecca principale di questi dispositivi è proprio la batteria che tende a scaricarsi molto velocemente a causa dell’uso di internet, di app varie, fotocamere e giochi. Per questo motivo, i caricabatterie portatili hanno acquisito sempre più importanza e rilievo perché ci permettono di ricaricare il nostro smartphone in qualsiasi luogo senza rischiare che la batteria muoia e ci lasci disconnessi dal resto del mondo.

Di caricabatterie portatili ne esistono di diversi tipi, in questo articolo vorrei focalizzare la mia e la vostra attenzione sui modelli ad energia solare che offrono una soluzione ecologica ad un problema di tutti i giorni.

L’effetto fotovoltaico

I caricabatterie solari funzionano attraverso un semplice principio, chiamato effetto fotovoltaico, che permette di trasformare l’energia luminosa del sole in energia elettrochimica in grado di ricaricare dispositivi elettronici. I piccoli pannelli fotovoltaici posizionati sulla superficie di questo apparecchio raccolgono la luce del sole e ne trasformano e immagazzinano l’energia.

In questo modo, l’energia prodotta è al 100% pulita e rinnovabile, e non ci sarà nemmeno il bisogno di collegare il caricabatterie alla corrente per ricaricarlo a sua volta. Chiaramente, il caricabatterie solare può essere utilizzato in un numero limitato di occasioni, ma è estremamente versatile grazie a degli adattatori che permettono di sfruttarlo sia per smartphone di diverse marche che per tablet ed è la soluzione ideale per tutte le occasioni all’aria aperta.

Perché scegliere il solare e quando usarlo

Il motivo principale per cui dovremmo scegliere un caricabatterie portatile ad energia solare è sicuramente di natura ecologica. Utilizzare fonti energetiche pulite e rinnovabili è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e diventa sempre più importante mano a mano che il bisogno energetico del pianeta aumenta – e con esso anche il livello di inquinamento.

In aggiunta, questo apparecchio può essere ricaricato in ogni occasione mentre siete all’aperto (in gita, in campeggio, in spiaggia ecc.), cosa che non si può fare con un normale carica batteria portatile che si rivela inutile se si dimentica di caricarlo preventivamente.

Per di più, una volta ricaricato, il caricabatterie solare funziona come una power bank e può essere utilizzato in seguito per ricaricare un’ampia gamma di dispositivi o come batteria esterna per gli smartphone.

Insomma, un piccolo gesto come optare per un caricabatterie solare (tra l’altro estremamente utile, pratico e funzionale) può avere un impatto enorme a livello ambientale e può aiutarci a fare la nostra parte per contribuire alla salvaguardia e alla protezione del nostro bel pianeta.

L’importanza di un hard disk esterno

I computer fissi e portatili sono diventati una parte integrante e fondamentale della nostra vita di tutti i giorni: lavoratori, studenti, manager, casalinghe, disoccupati, tutti ne possiedono uno e lo utilizzano pressoché quotidianamente.

Ma si sa, la tecnologia spesso gioca dei brutti scherzi, perciò, se non vogliamo perdere tutti i dati, le foto, i documenti e le informazioni che abbiamo pazientemente selezionato ed archiviato nel tempo, dobbiamo farci trovare preparati.

E’, perciò, buona abitudine lasciare il 30-35% della memoria del computer libera per permettere al software di lavorare più velocemente; ciò diventa possibile se trasportiamo parte o tutti i documenti in dispositivi esterni. Una soluzione semplice è offerta dalle chiavette USB, pratiche e maneggevoli. Tuttavia, se la quantità e la grandezza dei file da salvare in device esterni è notevole, allora converrà ricorrere ad un hard disk esterno.

Che parametri valutare?

Gli elementi chiave che determinano la qualità di un hard disk sono i seguenti: le dimensioni, la resistenza, la cache (la memoria), la temperatura da operativo e non, la velocità di rotazione, la resistenza alle intemperie, e il tempo di accesso ai file.

Per quanto riguarda le dimensioni, esistono degli hard disk più piccoli e maneggevoli da poter portare facilmente in borsa e che funzionano collegandosi al pc direttamente con una cavo USB (hard disk da 2,5”), e modelli più grandi che necessitano di un alimentatore a parte (hard disk da 3,5”).

I secondi hanno generalmente una resistenza ed una velocità di rotazione superiori, il che significa che i dati possono essere raggiunti ad una velocità maggiore. Chiaramente, dettagli come una maggior resistenza agli urti, velocità e cache superiori, e dimensioni inferiori influenzano notevolmente il prezzo del prodotto.

E gli SSD?

Se recentemente avete visitato siti di annunci e informazioni su hard disk esterno, non può esservi sfuggito il paragone costante che viene fatto con gli SSD. A volte gli articoli danno una spiegazione completa, altre volte questa sigla compare semplicemente e spetta a voi andarne a cercare il significato se non lo conoscete.

Qui di seguito, cercheremo di dare una spiegazione semplice e concisa che possa aiutarvi a capire meglio gli SSD – o Solid State Disk.
Gli SSD non sono altro che la versione più avanzata dei classici hard disk esterni magnetici. Questi dispositivi sono in grado di completare le operazioni di copia e scrittura anche in assenza di energia elettrica grazie al super condensatore contenuto al loto interno.

Ma la differenza principale con gli hard disk è la memoria flash degli SSD, basata su un semiconduttore anziché su un supporto magnetico che utilizza memoria allo stato solido per archiviare i dati trasferiti dal computer. Inoltre, rispetto agli hard disk, gli SSD sono più veloci (quasi 50 volte più rapido), resistenti, duraturi, e sono in grado di immagazzinare i dati in maniera uniforme.

Un’invenzione per salvare i mari

L’inquinamento ambientale è un problema quanto mai attuale e pressante. Oltre che a livello atmosferico, anche dalla terra e i mari ci arrivano cifre e statistiche preoccupanti. Il problema principale delle acque marine sono i rifiuti che vengono gettati irresponsabilmente in fiumi, mari e oceani e che vanno a danneggiare e mettere in pericolo la vita di molte specie animali – oltre che a sporcare acqua e fondali.

Il materiale meno biodegradabile e che quindi resiste più a lungo in acqua è la plastica. E’ stato stimato che negli oceani vi siano 269mila tonnellate di plastica, che ogni anno aumentano di 7 milioni e 250mila chili.

Plastica e microplastiche sono pericolose per pesci, uccelli, tartarughe e tutti gli esseri viventi che vivono e si riproducono negli oceani: il rischio per questi animali marini è di ingerire componenti plastiche o di rimanere incastrati in esse e crescere con pericolose (ed estremamente dolorose) malformazioni.

Il progetto di Boyan Slat

Boyan Slat è uno studente olandese che, a soli diciannove anni, sembra aver trovato una soluzione per risolvere il problema dell’inquinamento marino. Il suo progetto si chiama Ocean Cleanup e consiste in un sistema di barriere ancorate al fondale e composta da due lunghissimi bracci fluttuanti (almeno 2mila metri l’uno) che sfruttano le correnti per convogliare la plastica e i rifiuti in punti di raccolta che contengono dei frantumatori.

Tutti i detriti raccolti vengono successivamente riciclati. Chiaramente, un’invenzione di questo tipo richiede molti test e un budget consistente per poter essere realizzata in pratica. Credeteci o no, questo progetto è interamente finanziato dal basso: il geniale diciannovenne ha iniziato una raccolta fondi nel 2014 che ha ora raggiunto una somma superiore ai 2 milioni di dollari.

I test sono stati condotti nella cosiddetta “Great Pacific Garbage Patch”, una zona estremamente inquinata (apparentemente grande come l’Europa) e ricca di rifiuti plastici situata tra la California e le Hawaii – tra l’altro posizione ideale per i test grazie alla benevolenza delle correnti marine.

Dove verrà utilizzato il sistema Ocean Cleanup

Studi hanno rivelato che le maggiori concentrazioni di plastica si raggruppano in cinque “isole-spazzatura”, una delle quali è appunto la Great Pacific Garbage Patch. Un’altra isola si trova nel Pacifico, due nell’Oceano Atlantico e una nell’Indiano. Oltre ai test effettuati nel Pacifico, il sistema Ocean Cleanup vedrà la sua prima installazione ufficiale proprio nel 2016 vicino alle coste giapponesi, in particolare vicino le rive di Tsushima – isola tra Giappone e Corea del Sud.

Il progetto di Slat è estremamente ambizioso, ma il diciannovenne prevede di creare molte altre barriere nei prossimi cinque anni puntando a raggiungere una lunghezza di 100 chilometri a barriera. L’obiettivo è di ripulire interamente gli oceani entro dieci anni. In bocca al lupo!

Le migliori invenzioni italiane

Oggi gli italiani sono famosi in tutto il mondo per pasta, pizza e mafia. Quando giriamo all’estero veniamo presi in giro per la nostra abitudine di gesticolare e per la nostra tendenza a scegliere sempre la soluzione più semplice e meno faticosa. Ma noi italiani siamo molto di più che un’amatriciana e del buon vino.

Nei secoli, le invenzioni partorite da illustri menti italiane hanno avuto il potere di cambiare il corso della storia, non solo della nostra nazione ma di tutto il mondo.

In questo articolo vedremo andremo alla scoperta delle invenzioni italiane più influenti ed importanti dell’ultimo secolo: alcune le conoscerete già, altre forse non sapevate fossero frutto di una mente italiana, e altre ancora vi faranno sentire orgogliosi di far parte di questa cultura che, oltre ad aver dato vita ad innumerevoli capolavori artistici, ha saputo influenzare e rivoluzionare il mercato mondiale in più di un’occasione.

Le principali

L’invenzione che probabilmente ha contribuito più di tutte a far conoscere la cultura e l’ingegno italiano all’estero è il telefono. Forse avrete sempre sentito dire che Bell fu l’inventore del telefono, ma in realtà l’italiano Antonio Meucci nel 1871 aveva depositato un brevetto temporaneo che, purtroppo, non fu in grado di rinnovare. Ma nel 2002 la Corte Suprema Statunitense attribuì definitivamente il merito al nostro Meucci.

Un’altra importante invenzione italiana fu la radio. Guglielmo Marconi ottenne il Premio Nobel per la fisica nel 1909 grazie alla creazione del primo rudimentale strumento che nel giro di pochi anni venne sviluppato e perfezionato fino a diventare la prima radio. E ancora, Felice Matteucci ed Eugenio Barsanti furono i primi, nel 1853, a brevettare il primo modello di motore a scoppio.

E ancora…

Quando parliamo di invenzioni made in Italy vale la pena ricordare la pila elettrica: Alessandro Volta nel 1799 creò il primo generatore statico di elettricità che passò alla storia con il nome pila di Volta ed ottenne un riconoscimento perfino da Napoleone.

Gli italiani sono sempre stati all’avanguardia nella creazione di mezzi di trasporto: la Vespa, la Fiat 500 e l’elicottero hanno tutti visto i natali in terra nostrana. La Vespa, progettata da Corradino d’Ascanio, fu lanciata dalla Piaggio nel 1946, la Fiat 500 fu testata e inaugurata nel 1957 mentre l’elicottero venne ideato sempre da Corradino d’Ascanio che nel 1930 riuscì a far volare il primo modello per poco più di otto minuti.

Ma noi italiani abbiamo anche uno spiccato lato artistico: il primo pianoforte fu ideato Bartolomeo Cristofori nel lontano Settecento. E infine, come non citare la moka? La passione tutta italiana del caffè risale all’invenzione del bolognese Alfonso Bialetti che nel 1933 brevettò la prima moka che può essere trovata oggi esposta al MoMa di New York.