La nostra quotidianità e lo smartphone

Alzi la mano chi non ha lo smartphone. Nessuno. Infatti, oggi giorno è molto difficile trovare qualcuno che non usi lo smartphone.

Ma non perché è una moda, o perché vogliamo seguire le ultime tendenze e uscite tecnologiche, ma perché è realmente utile e insostituibile nella nostra quotidianità. É comodo, veloce, e abbiamo tutto a portata di mano in un solo apparecchio che ci sta nella tasca.

Dalle immagini alla musica, e molto altro ancora

Se possediamo uno smartphone sappiamo bene che funzioni ci offre e quante possibilità abbiamo. Prima se volevamo fare le foto, dovevamo portare con noi la fotocamera. Oggi c’è lo smartphone. Se volevamo fare i video, dovevamo portare la videocamera.

Se volevamo un navigatore satellitare dovevamo comprarcelo. Se volevamo le mappe delle strade per sapere dove andiamo, dovevamo portarcele con noi. Se volevamo la connessione internet e accesso al web, ci serviva il computer. Oggi invece abbiamo tutte queste funzioni ( e molte altre ancora ) nel nostro smartphone.

Se ci serve lo scanner, il lettore mp3, lettore video, abbiamo tutto con noi. I quotidiani e i libri a portata di mano, come e quando vogliamo. Le stazioni radio, i film e le applicazioni. La scelta è immensa.

Lo smartphone durante gli anni ha subito un’evoluzione incredibile. È diventato una cosa indispensabile nella vita di tutti noi. La tecnologia che fa passi da gigante sicuramente ci facilità la vita.

Le persone anziane e l’uso dello smartphone

Sostituire la tastiera vecchia ( quella con i numeri e i tasti ) con uno schermo touch screen è una questione d’abitudine. In commercio oggi giorno difficilmente troverete i vecchi modelli di cellulari con i tasti.

La tecnologia dello schermo che si tocca è talmente diffusa che anche i bambini e gli anziani hanno imparato velocemente ad usarli. Ci vuole in po’ di pratica come per tutte le altre cose, ma per il resto, non è assolutamente difficile usare uno smartphone. È più la paura delle cose nuove e sconosciute che limita le persone che non vogliono usare lo smartphone.

Ognuno può decidere come e quando usarlo, se attivare o no la connessione internet. Se usarlo per installare le varie applicazioni, o semplicemente per fare le foto, effettuare le chiamate e mandare i messaggi. Il fatto è che una volta imparato ad usarlo, scoprirete un mondo incredibile che si nasconde dentro.

Per le persone anziane che non si sentono “sicure” toccare lo schermo con il dito perché hanno tremore delle mani, esiste la soluzione dello smartphone con la penna fatta a apposta per cliccare sullo schermo senza sbagliare. Con i smartphone di oggi, tutto quello che vi passa per la mente vi sarà dato, e anche di più.

Nail art diventa un gioco con il fornetto unghie

Oggi giorno le donne dedicano molto tempo alla cura delle proprie unghie. Le mani e i piedi devono essere sempre ben curati, belli da vedere e puliti. Sono anche uno strumento di seduzione.

Vedere le mani e le unghie ben curate, con i colori che si abbinano ai nostri vestiti, con i disegni curati nei minimi dettagli, lasciano tutti a bocca aperta. Durante il nostro primo incontro con le persone, molta attenzione visiva va dedicata proprio alla gestualità dell’interlocutore e inconsciamente alle mani e la loro cura.

Vedere le mani belle e curate ci può dire tanto della persona che abbiamo di fronte. Dal lavoro che fa, alle sue passioni, alla personalità e molto altro ancora.

Fornetto unghie per uso personale e professionale

Moltissime donne oggi possiedono un fornetto unghie a casa. Prima lo si poteva vedere solamente dalle estetiste e nei negozi di nail art specializzati. Il fatto è che il prezzo è molto basso e per le esigenze personali a una decina o ventina di euro possiamo trovare l’apparecchio che fa per noi.

Serve per far asciugare in fretta vari smalti semi permanenti, gel per le unghie e vari disegni e adesivi della nail art. Così tutte le donne si possono divertire da sole a casa e usare la loro immaginazione per decorare e curare al meglio le loro unghie.

I fornetti unghie per i professionisti hanno i prezzi un po’ più elevati, per il fatto della durata del fornetto stesso, della garanzia e dell’utilizzo stesso che la lampada offre.

Vari tipi dei fornetti per vari usi

Non tutti i fornetti sono adatti a tutti i tipi di gel per la ricostruzione delle unghie e a tutti i tipi dei smalti. Bisogna leggere sempre bene le istruzioni, sia sui fornetti per le unghie, sia nelle confezioni dei gel o smalti che usiamo.

Ci sono due tipi principali dei fornetti. Quelli a luce UV i quelli a luce LED. Moltissimi fornetti UV non sono capaci ad indurire o ad asciugare i gel che si usano per la ricostruzione delle unghie, ma si possono usare solo per asciugare più velocemente i smalti normali e quelli semi permanenti. I tempi di asciugatura variano dai 30 secondi fino ai 30 minuti.

Certi fornetti hanno il timer dietro che suona quando il tempo dell’asciugatura è trascorso. I fornetti per uso privato hanno una durata media di 100 ore. Non dovete pensare che sono poche. Considerate che vengono usati una o due volte alla settimana per circa 30 secondi che non è molto.

Anzi, vuol dire che la loro durata è abbastanza elevata. Vi resta solo decidere il modello più adatto a voi, il design preferito e potete cominciare con il gioco del nail art. Il gioco più bello per tutte le donne.

Caricabatterie portatili: uno sguardo ai modelli ad energia solare

L’utilità dei caricabatterie portatili in un mondo dipendente dagli smartphone non è discutibile. Oramai chiunque è in possesso di un tablet o uno smartphone e immaginarsi una quotidianità priva di questi supporti tecnologici sembra ormai impossibile.

Tuttavia, come bene o male tutti saprete, la pecca principale di questi dispositivi è proprio la batteria che tende a scaricarsi molto velocemente a causa dell’uso di internet, di app varie, fotocamere e giochi. Per questo motivo, i caricabatterie portatili hanno acquisito sempre più importanza e rilievo perché ci permettono di ricaricare il nostro smartphone in qualsiasi luogo senza rischiare che la batteria muoia e ci lasci disconnessi dal resto del mondo.

Di caricabatterie portatili ne esistono di diversi tipi, in questo articolo vorrei focalizzare la mia e la vostra attenzione sui modelli ad energia solare che offrono una soluzione ecologica ad un problema di tutti i giorni.

L’effetto fotovoltaico

I caricabatterie solari funzionano attraverso un semplice principio, chiamato effetto fotovoltaico, che permette di trasformare l’energia luminosa del sole in energia elettrochimica in grado di ricaricare dispositivi elettronici. I piccoli pannelli fotovoltaici posizionati sulla superficie di questo apparecchio raccolgono la luce del sole e ne trasformano e immagazzinano l’energia.

In questo modo, l’energia prodotta è al 100% pulita e rinnovabile, e non ci sarà nemmeno il bisogno di collegare il caricabatterie alla corrente per ricaricarlo a sua volta. Chiaramente, il caricabatterie solare può essere utilizzato in un numero limitato di occasioni, ma è estremamente versatile grazie a degli adattatori che permettono di sfruttarlo sia per smartphone di diverse marche che per tablet ed è la soluzione ideale per tutte le occasioni all’aria aperta.

Perché scegliere il solare e quando usarlo

Il motivo principale per cui dovremmo scegliere un caricabatterie portatile ad energia solare è sicuramente di natura ecologica. Utilizzare fonti energetiche pulite e rinnovabili è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e diventa sempre più importante mano a mano che il bisogno energetico del pianeta aumenta – e con esso anche il livello di inquinamento.

In aggiunta, questo apparecchio può essere ricaricato in ogni occasione mentre siete all’aperto (in gita, in campeggio, in spiaggia ecc.), cosa che non si può fare con un normale carica batteria portatile che si rivela inutile se si dimentica di caricarlo preventivamente.

Per di più, una volta ricaricato, il caricabatterie solare funziona come una power bank e può essere utilizzato in seguito per ricaricare un’ampia gamma di dispositivi o come batteria esterna per gli smartphone.

Insomma, un piccolo gesto come optare per un caricabatterie solare (tra l’altro estremamente utile, pratico e funzionale) può avere un impatto enorme a livello ambientale e può aiutarci a fare la nostra parte per contribuire alla salvaguardia e alla protezione del nostro bel pianeta.

Un po’ di storia: la macchina da cucire

La macchina da cucire si presenta oggi come uno strumento digitalizzato e tecnologico in grado di creare modelli fantasiosi e realizzare cuciture complesse e sempre diverse in pochi attimi. Ma non è sempre stato così.

Anzi, niente meglio della macchina da cucire è un esempio dell’evoluzione dei tempi e dell’importanza dell’industria manifatturiera nella storia dell’uomo. Vediamo insieme brevemente l’evoluzione di questo apparecchio dai modelli delle origini azionati a mano ai ritrovati più moderni dotati di motore elettrico, computerizzati ed automatizzati.

Le origini

L’anno di invenzione della macchina da cucire è incerto poiché sono stati depositati diversi brevetti da persone diverse nel corso degli anni. Per convenzione, si è scelto il 1842 come data della nascita della macchina da cucire, anche se l’idea di cucire meccanicamente circolava già da un centinaio d’anni.

Questo strumento ha dato una vera e propria svolta all’industria manifatturiera. Infatti, la produzione su larga scala di macchine da cucire e il loro inserimento nelle fabbriche e nelle botteghe ha dato il via ad una velocizzazione della creazione d’abiti e ai primi nuclei industriali di produzione in serie.

Ovviamente, le macchine da cucire originali non avevano nulla a che vedere con gli apparecchi iper tecnologici a cui siamo abituati noi oggi. Le prime macchine erano azionate a mano, il perfezionamento ha poi portato ad un azionamento a pedale che permetteva di avere entrambe le mani libere e di poter maneggiare il tessuto più facilmente. Modifiche successive hanno portato alla facilitazione di lavori quali l’occhiellatura, il rammendo, il soprafilo la cucitura dei bottoni e il ricamo.

I giorni nostri

Oggigiorno la macchina da cucire è diventata praticamente un’entità autonoma a cui vengono impartite direttive tramite un computer che vengono poi eseguite alla lettera, senza bisogno di un eccessivo e costante intervento umano. Paradossalmente, il perfezionamento e l’innovazione raggiunta dalle case produttrici non ha reso questo strumento più diffuso e presente nelle case dei cittadini.

È raro, infatti, trovare qualcuno che abbia in casa una macchina da cucire digitalizzata e computerizzata. Questo non significa che questo dispositivo stia cadendo in disuso, ma che la familiarità del cittadino medio con lavori di taglio e cucito è diminuita notevolmente rispetto a cinquant’anni fa. Per questo motivo, le macchine cucire moderne sono prevalentemente per uso industriale.

Ciò non toglie che chi volesse potrebbe tranquillamente trovare uno strumento adatto alle sue necessità e budget in commercio. Infatti, esistono numerosi modelli di macchine da cucire alla portata di tutti: si differenziano tra meccaniche ed elettriche, e tra più e meno grandi, costose e robuste. Le macchine domestiche possono poi essere completate con l’aggiunta di accessori che possano rendere l’operazione di cucito più semplice e veloce, alla portata anche di chi è alle prime armi.

Telecamere IP: p2p o PoE?

Il mondo delle telecamere da sorveglianza è piuttosto complesso e anche i più piccoli dettagli fanno la differenza nel risultato e nella qualità della registrazione. Una vera e propria innovazione nel campo è stata portata dalle telecamere IP: videocamere digitalizzate che funzionano collegate alla rete wireless.

Possono essere centralizzate (senza memoria locale) e decentralizzate (con memoria locale per archiviare video e immagini). Hanno numerosi vantaggi: audio bidirezionale che permette di comunicare tramite un microfono, possibilità di sfruttare reti wireless, risoluzione elevata, controlli di movimento, e accessibilità remota che permette di vedere le immagini registrate live in qualsiasi momento, da qualsiasi parte del mondo e da qualsiasi dispositivo (computer, smartphone o tablet).

Per contro, hanno anche qualche svantaggio come costi molto elevati, alte richieste di banda e rischio di attacchi esterni se il video è trasmesso via internet. Navigando online per cercare informazioni riguardo le telecamere IP, vi sarà spesso capitato di trovare le sigle p2p e PoE e il loro significato potrebbe non esservi risultato chiaro. In questo articolo cercheremo di esplorare bene insieme il significato di questi due acronimi e di riassumere le principali differenze tra le due tipologie di videocamera.

Telecamera p2p vs telecamera IP classica

La sigla p2p significa letteralmente “peer to peer” e si riferisce ad un particolare, e più semplice, tipo di configurazione della videocamera. Diversamente da una telecamera di sorveglianza tradizionale, il modello p2p è dotato di un QR-code alla base, grazie al quale si potrà configurare comodamente la videocamera semplicemente usando l’apposito programma che permette di avere accesso a tutte le funzionalità del dispositivo.

Ciò significa che basterà scaricare un app gratuita per la configurazione sullo smartphone e il gioco è fatto. L’assenza del QR-code potrebbe causare qualche difficoltà nella disposizione di configurazioni particolari per settare gli indirizzi IP e dei firewall per gli accessi in rete.

Telecamera PoE vs telecamera IP classica

La sigla PoE è l’acronimo di “Power over Ethernet” ed è essenzialmente una tecnica che permette di alimentare apparecchiature elettriche utilizzando lo stesso cavo che le collega alla rete dati Ethernet. Chiaramente il vantaggio principale di questi apparecchi è che non hanno bisogno di un ulteriore alimentatore e di un altro cavo. Tuttavia, ci sono delle precisazioni fare.

Ci sono essenzialmente due limiti che riducono l’efficacia di questa tecnica: primo, questo metodo di trasmissione non è adatto per le correnti molto forti, e secondo oltre i 100 m (ma anche meno) di raggio d’azione c’è un forte rischio di cadute di tensione ed interferenze.

Per di più, per essere in grado di utilizzare questa tecnologia, c’è bisogno di un dispositivo di alimentazione PoE (che può essere switch o injector); con un PoE splitter si può utilizzare allo stesso modo anche una videocamera non PoE.

Pulizie senza fatica con il robot aspirapolvere

Tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro o piena di impegni familiari e trovare tutte le faccende ancora da fare può rivelarsi un incubo alla lunga. I robot aspirapolvere sono stati ideati proprio per alleviarci dal peso delle mansioni domestiche: basta accenderli, impostare le indicazioni e i programmi ed il gioco è fatto, si prenderanno cura delle nostre case e ci risparmieranno tempo e fatica.

Ci si può fidare?

Avere dei dubbi sull’affidabilità di elettrodomestici che se ne vanno in giro da soli per casa nostra è più che legittimo, soprattutto visto che comportano una spesa che può essere piuttosto elevata. C’è da dire che un robot aspirapolvere, per quanto efficiente e funzionale, non sostituirà mai completamente l’azione manuale e l’attenzione al dettaglio dei proprietari di casa.

Tuttavia, se usati correttamente e prestando attenzione ad alcuni dettagli possono rivelarsi un aiuto prezioso in casa. I robot aspirapolvere in commercio si differenziano per portata, potenza, efficacia, versatilità e prezzo.

In linea di massima, questi robot sono piuttosto intelligenti, hanno un sensore di vuoto che li tiene distanti dalle scale, sono in grado di riconoscere un cambiamento di superficie (e quindi di cambiare intensità se necessario) e riescono ad aggirare gli ostacoli e infilarsi sotto i mobili.

Qualche consiglio per sfruttarli al meglio

Una volta appurato che il robot aspirapolvere roomba sono elettrodomestici affidabili e funzionali, bisogna comunque pensare alle strategie e i trucchi per poterli utilizzare al meglio e sfruttarne tutto il potenziale. Innanzitutto, visto che i robot aspirapolvere hanno un’autonomia limitata, è consigliato tenere sempre la base di ricarica collegata ad una presa elettrica (almeno quando il robot è in uso) e in una posizione che sia facilmente raggiungibile dal robottino una volta che inizierà a scaricarsi.

Sempre per via dell’autonomia limitata, spesso si può ottenere un risultato migliore limitando l’area da pulire. Per esempio, affidando al robot la pulizia di una o due stanze per volta piuttosto che di tutta la casa, si otterrà una qualità di pulito superiore perché l’aspirapolvere non dovrà fermarsi per andare a ricaricare le batterie e il sacchettino che raccoglie lo sporco non si riempirà a dismisura.

Un ultimo trucco per migliorare la qualità della pulizia del robot aspirapolvere è eliminare dal suo percorso gli ostacoli più voluminosi ed insidiosi, cosi come le quantità di sporco più ingenti.

Come abbiamo detto, il robottino è in grado di schivare gli ostacoli, ma sollevare preventivamente vasi e sedie da terra permetterà all’aspirapolvere di pulire un’area maggiore. Allo stesso modo, eliminando in anticipo i residui di sporco più grandi e ostinati si eviterà che il robot si surriscaldi, si intasi o si blocchi prima di ultimare il lavoro di pulizia nell’area desiderata.

Aereosol, l’alleato di ogni mamma

Chi ha bimbi piccoli sa quanto siano soggetti a tosse, mal di gola, raffreddori e infiammazioni delle vie aeree. Non è sempre facile prevenire tutte queste patologie, soprattutto perché i bambini tendono a correre e a giocare all’aperto, anche durante l’inverno, sfuggendo al nostro controllo ed ignorando le nostre raccomandazioni di indossare cappelli, sciarpe o maglioni.

In questi casi, un ottimo alleato per combattere questi disturbi è l’aerosol: un nebulizzatore che vaporizza il farmaco o la soluzione fisiologica in modo che questa possa raggiungere più facilmente tutte le zone delle vie aeree.

Apparecchi e applicatori

Se siete nuove al mondo degli aereosol, è importante sapere che esistono due tipologie principali di apparecchi: pneumatici (in grado di nebulizzare anche i farmaci più corposi ma piuttosto lenti e rumorosi) e ad ultrasuoni (rapidi e silenziosi ma con più difficoltà nel nebulizzare farmaci come i cortisonici).

Oltre a una varietà nelle tipologie di aerosol, esistono anche vari tipi di applicatori: mascherina, boccaglio e forcella nasale. Il risultato migliore è dato dal boccaglio che permette al farmaco di arrivare direttamente in gola senza disperdersi nell’aria, come nel caso della mascherina (buona parte del farmaco viene assorbita dalle mucose nasali o dispersa sulla pelle del viso). La forcella nasale, infine, è piuttosto scomoda e viene utilizzata solo in caso di prescrizione specifica.

La soluzione migliore per i bambini

Come ben saprete, i bambini non sono tra i pazienti più docili e collaborativi, bisogna perciò cercare di ottimizzare i tempi e trovare un buon compromesso che li convinca a sottoporsi alla cura per un ragionevole limite di tempo e senza far loro provare troppo fastidio. Per questo motivo, la combinazione ideale per sottoporre vostro figlio alla cura tramite aereosol è l’utilizzazione di un apparecchio ad ultrasuoni e della mascherina come applicatore.

L’apparecchio ad ultrasuoni, infatti, è silenzioso e rapido e, in questo modo, il bambino non perderà la pazienza e non rischierete che inizi a fare i capricci per la noia. La mascherina, poi, è l’applicatore ideale perché non va stretta tra i denti come il boccaglio e non causa fastidio come la forcella nasale.

Inoltre, i bambini tendono a respirare più con il naso che con la bocca (non un bene quando si parla di aerosol perché buona parte del farmaco viene trattenuto dalle mucose nasali), ma con la mascherina ci sono alte probabilità che una buona quantità di soluzione nebulizzata venga respirata dalla bocca.

Se il bimbo piange o urla mentre indossa la mascherina non vi preoccupate, proprio mentre terrà la bocca aperta per lamentarsi il farmaco potrà raggiungere le aree più profonde della gola. Per assicurarvi che non si strappi o sfili la mascherina durante il trattamento basterà che la fissiate attorno alla sua testa con degli elastici piuttosto grandi e resistenti.

Specializzazione delle aziende costruttrici di barre portatutto

Con l’innovazione tecnologica e l’avanguardia raggiunta in quasi tutti i settori di meccanica e trasporti, è assolutamente fondamentale non rimanere indietro.

Se parliamo di auto, possiamo indubbiamente affermare che negli ultimi anni sono state progettate e create automobili in grado di coprire distanze sempre maggiori, con consumi relativamente bassi, dotate di ogni optional e comfort che si possa immaginare, e in grado di soddisfare le esigenze e i gusti di ognuno.

Con il miglioramento esponenziale delle caratteristiche tecniche delle auto, anche le aziende produttrici di barre portatutto hanno dovuto fare i conti con il progresso e hanno dovuto trovare soluzioni e idee per restare al passo con i tempi.

Le innovazioni tecniche

Come abbiamo detto, le barre portatutto sono state adattate e perfezionate per un uso sempre più frequente e per poter trasportare quantità sempre maggiori di bagagli. Originariamente, i bagagli venivano legati in modo più o meno posticcio al tetto dell’automobile con corde e tiranti. Con il passare del tempo, però, sono state introdotte leggi e norme volte a regolare il trasporto di borse e bagagli al di fuori dell’abitacolo.

Oggi, infatti, esistono numerose limitazioni per quanto riguarda peso e dimensioni dei bagagli esterni. Per questo motivo, le barre portatutto si sono evolute per adeguarsi a queste regolamentazioni e non costituire un ulteriore intralcio o limite al peso e alla quantità di bagagli trasportabili.

Un cambiamento sostanziale che hanno subito le barre portatutto è l’aumento dell’aerodinamicità: essendo costruite con materiali più leggeri e resistenti, ed avendo una forma ergonomica, sono in grado di garantire una maggior portata ed un minor dispendio di carburante. Ciò è reso possibile dall’impiego di materiali particolari come l’acciaio altoresistenziale.

Le conseguenze pratiche

Un miglioramento delle caratteristiche tecniche del box portatutto auto (che può essere applicato sia parallelamente che perpendicolarmente al tettuccio del veicolo) si traduce in numerosi vantaggi a livello pratico. Delle barre ultraresistenti ci permetteranno di assicurare una quantità superiore di bagagli senza rischiare di perderli o senza doverci preoccupare della tenuta del portapacchi.

Allo stesso modo, delle barre iper leggere ci permetteranno di caricare una quantità piuttosto elevata di borse e pacchi senza correre il pericolo di sforare il limito di peso previsto dalla legge. Infine, come menzionato brevemente sopra, l’aumento dell’aerodinamicità ci consente di risparmiare a livello di carburante.

Infatti, dovendo trasportare meno peso, e dovendo combattere con meno attrito durante la corsa la macchina consumerà decisamente meno (senza parlare dei vantaggi pratici ed economici dell’avere meno rumori e vibrazioni durante la corsa).

Abituati alle comodità della vita di tutti i giorni, nessuno vuole rinunciare nulla in vacanza. Se in passato questo fosse stato un problema per via della difficoltà di far entrare tutti i bagagli nell’abitacolo o per i tentativi casalinghi di fissare i pacchi al tetto dell’auto, oggi tutti questi problemi sono stati facilmente e magistralmente risolti dal perfezionamento delle barre portatutto universali.

Tutto il sapore dei cibi con la friggitrice

Probabilmente nessuno rinuncerebbe mai ad un piatto di patatine fritte croccanti, o ad una frittura mista, o alle alette di pollo fritte. Ogni cibo sembra guadagnare gusto e appeal una volta fritto: verdure, pesce, carne, patate e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, mangiare cibi fritti con troppa frequenza può essere dannoso per la salute e non è sicuramente propizio alla dieta.

Questo e il tempo necessario per friggere gli alimenti sono i motivi principali per cui il consumo di fritti viene spesso limitato ad occasioni particolari o cene al ristorante. Ma se avessimo una friggitrice? Questi apparecchi sono in grado di friggere i cibi in pochi minuti e di garantire un risultato pari a ristoranti e rosticcerie. Ma occhio alla linea!

Ad ognuno la sua

Quando parliamo di friggitrici domestiche ci riferiamo ad apparecchi di dimensioni piuttosto ridotte e con una forma che ricorda vagamente quella di un casco integrale. Tuttavia, nonostante quasi tutte abbiano un funzionamento piuttosto simile, è bene fare delle distinzioni all’interno della categoria.

Una prima catalogazione dipende dalla misura della friggitrice che dovrebbe avere dimensioni piuttosto ridotte se deve occupare un posto nella cucina di un single o di una giovane coppia, e che dovrebbe, invece, crescere mano a mano che il numero dei componenti della famiglia aumenta. Il consiglio è di mantenersi sempre su un prodotto che abbia una capienza di almeno un litro.

Altre differenze derivano invece dalla tipologia di cottura. Infatti, chi avesse problemi di colesterolo o preferisse mantenersi su fritture con un basso contenuto di olio e grassi può optare per i modelli senza olio (necessitano solamente di un cucchiaino d’olio per friggere patate e verdure) o a cestello rotante. Questi due modelli produrranno dei fritti molto più asciutti e croccanti, che potrebbero, però, non incontrare il favore degli amanti della frittura tradizionale.

Manutenzione e utilizzo

Chiaramente, per funzionare la friggitrice ha bisogno di olio. Il consiglio è di non utilizzare lo stesso olio per più di due cotture e di cambiarlo immediatamente qualora dovesse iniziare a bruciare o fare fumo.

E’ inoltre importante prendersi cura della friggitrice e procedere ad una manutenzione curata e costante. Uno dei compiti principali di una friggitrice è di limitare gli odori emessi durante la cottura: spesso esistono filtri appositi che devono essere lavati con frequenza e attenzione. Anche la vaschetta interna deve essere pulita dopo ogni uso per evitare la formazione di incrostazioni e di odori sgradevoli.

Spesso la vaschetta antiaderente può essere rimossa e lavata in lavastoviglie. Infine, è bene cambiare o far controllare l’apparecchio qualora l’olio tendesse a bruciare con molta frequenza o gli alimenti dovessero risultare poco croccanti ed intrisi d’olio.

L’importanza di un hard disk esterno

I computer fissi e portatili sono diventati una parte integrante e fondamentale della nostra vita di tutti i giorni: lavoratori, studenti, manager, casalinghe, disoccupati, tutti ne possiedono uno e lo utilizzano pressoché quotidianamente.

Ma si sa, la tecnologia spesso gioca dei brutti scherzi, perciò, se non vogliamo perdere tutti i dati, le foto, i documenti e le informazioni che abbiamo pazientemente selezionato ed archiviato nel tempo, dobbiamo farci trovare preparati.

E’, perciò, buona abitudine lasciare il 30-35% della memoria del computer libera per permettere al software di lavorare più velocemente; ciò diventa possibile se trasportiamo parte o tutti i documenti in dispositivi esterni. Una soluzione semplice è offerta dalle chiavette USB, pratiche e maneggevoli. Tuttavia, se la quantità e la grandezza dei file da salvare in device esterni è notevole, allora converrà ricorrere ad un hard disk esterno.

Che parametri valutare?

Gli elementi chiave che determinano la qualità di un hard disk sono i seguenti: le dimensioni, la resistenza, la cache (la memoria), la temperatura da operativo e non, la velocità di rotazione, la resistenza alle intemperie, e il tempo di accesso ai file.

Per quanto riguarda le dimensioni, esistono degli hard disk più piccoli e maneggevoli da poter portare facilmente in borsa e che funzionano collegandosi al pc direttamente con una cavo USB (hard disk da 2,5”), e modelli più grandi che necessitano di un alimentatore a parte (hard disk da 3,5”).

I secondi hanno generalmente una resistenza ed una velocità di rotazione superiori, il che significa che i dati possono essere raggiunti ad una velocità maggiore. Chiaramente, dettagli come una maggior resistenza agli urti, velocità e cache superiori, e dimensioni inferiori influenzano notevolmente il prezzo del prodotto.

E gli SSD?

Se recentemente avete visitato siti di annunci e informazioni su hard disk esterno, non può esservi sfuggito il paragone costante che viene fatto con gli SSD. A volte gli articoli danno una spiegazione completa, altre volte questa sigla compare semplicemente e spetta a voi andarne a cercare il significato se non lo conoscete.

Qui di seguito, cercheremo di dare una spiegazione semplice e concisa che possa aiutarvi a capire meglio gli SSD – o Solid State Disk.
Gli SSD non sono altro che la versione più avanzata dei classici hard disk esterni magnetici. Questi dispositivi sono in grado di completare le operazioni di copia e scrittura anche in assenza di energia elettrica grazie al super condensatore contenuto al loto interno.

Ma la differenza principale con gli hard disk è la memoria flash degli SSD, basata su un semiconduttore anziché su un supporto magnetico che utilizza memoria allo stato solido per archiviare i dati trasferiti dal computer. Inoltre, rispetto agli hard disk, gli SSD sono più veloci (quasi 50 volte più rapido), resistenti, duraturi, e sono in grado di immagazzinare i dati in maniera uniforme.

Sicurezza al primo posto con i seggiolini per auto

Viaggiare in auto con il proprio bambino può essere estremamente pericoloso. Recenti sondaggi hanno rivelato che gli incidenti in macchina sono la prima causa di morte per bambini dai 5 ai 14 anni in Italia e che solo un bambino su tre viaggia sicuro.

Questi dati sono allarmanti e portano alla luce l’importanza fondamentale di assicurare i bimbi negli appositi seggiolini per auto, in modo da proteggerli dai pericoli della strada. Non importa che riteniate di essere guidatori attenti e prudenti, gli imprevisti sono sempre in agguato.

Le categorie da 0 a 3

I seggiolini per auto sono obbligatori per legge in Italia. Quello che la legge non specifica è la modalità e posizione di installazione; è generalmente riconosciuto che la posizione più sicura è sul sedile posteriore, ma certi genitori preferiscono averlo davanti a se, per poter controllare il bimbo per tutta la durata del tragitto in auto.

Qualsiasi siano le vostre preferenze, l’importante è che un seggiolino sia presente e sia di una qualità sufficientemente buona da poter resistere ad eventuali urti. I seggiolini in commercio si possono dividere indicativamente in tre categorie: gruppo 0/0+, gruppo 1 e gruppo 2/3.

I primi sono studiati per neonati dai 0 ai 9 mesi, sono più grandi e con una struttura fissa in grado di garantire una protezione totale al bambino; i seggiolini appartenenti a questo gruppo devono sempre essere fissati al sedile in direzione opposta al senso di marcia. I secondi (gruppo 1) sono indicati per bambini dai 9-10 mesi ai 4-5 anni e possono essere rivolti verso il normale senso di marcia.

Infine, gli ultimi sono più simili a sedili rialzati che a seggiolini veri e propri. Sono studiati per permettere ai bambini dai 5-6 anni in su di utilizzare le cinture di sicurezza dell’auto.

In breve

In poche parole, il miglior seggiolino auto è obbligatorio, ma non va bene prenderne uno qualsiasi. Ci sono dei parametri per verificare che il seggiolino che acquistiamo sia quello adatto. Abbiamo appena parlato dei diversi gruppi di seggiolini e delle varie caratteristiche che li differenziano, ma è importante tenere a mente che l’elemento fondamentale che deve guidare la nostra scelta è il peso del bambino piuttosto che la sua età.

Un bimbo di 4 anni particolarmente grande per la sua età potrebbe essere stretto o scomodo in un seggiolino di gruppo 1, bisognerà, perciò, optare per un modello diverso o passare direttamente al gruppo 2/3.

E’ importante inoltre che il seggiolino sia adatto alle dimensioni nostra macchina e che sia semplice da installare. Un seggiolino scomodo o complicato da utilizzare verrà probabilmente usato in modo improprio, e rischieremo così di mettere in pericolo la sicurezza dei nostri bambini. Ricordate, infine, di disattivare o rimuovere gli airbag a seconda di dove verrà posizionato il seggiolino.

Una yogurtiera per un’estate più dolce

Lo yogurt è un alimento presente in quasi tutte le case: può essere consumato come colazione, come spuntino a metà mattina o metà pomeriggio, può essere usato per guarnire dolci o piatti salati e ne esistono di tantissimi gusti e qualità. Se siete amanti dello yogurt, cosa pensereste se vi dicessi che ora avete la possibilità di prepararlo direttamente da casa vostra?

Come si prepara lo yogurt?

Yogurtiere sono dei apparecchi piuttosto moderni che danno la possibilità a chiunque di creare lo yogurt con yogurtiera fatto in casa. I vantaggi sono molteplici: il prodotto sarà sicuramente più genuino e di origine controllata, senza additivi chimici o dolcificanti, potrete produrne quanto, quando e come volete e avrete la soddisfazione di averlo creato completamente da soli.

Inoltre, costituisce un grosso risparmio se considerato a lungo termine e permette di limitare gli sprechi di plastica. Il procedimento per produrre lo yogurt fatto in casa è piuttosto semplice: tutto quello che vi serve è del latte e dei fermenti lattici. Gli ingredienti vanno versati nella yogurtiera (dotata anche di vasetti, generalmente 7) che va avviata e lasciata lavorare indisturbata.

I vasetti pronti devono poi essere conservati in frigo e possono essere arricchiti con frutta o aromi personalizzati. Molto importante è che la yogurtiera non subisca urti o spostamenti durante la fermentazione affinché il processo chimico non venga disturbato. Per questo motivo sono da prediligere le yogurtiere dotate di sistemi stabilizzanti e di meccanismi antiurto che le proteggano e garantiscano un buon risultato finale.

Per che accessori optare?

Il numero e il tipo di accessori dipende dal modello di yogurtiera. Gli apparecchi base hanno funzioni limitate, producono un vasetto di yogurt alla volta e non possono essere arricchite con accessori particolari.

I modelli più avanzati, invece, possono essere dotati di timer, meccanismo di autospegnimento e contenitori più o meno grandi per contenere lo yogurt prodotto (possono infatti produrne anche più di un chilo alla volta). I contenitori, a loro volta, possono essere dotati di coperchi per chiusure ermetiche e di etichette dove annotarsi la scadenza del prodotto.

Ma la vera innovazione è rappresentata dalle yogurtiere che sono in grado di produrre anche altri prodotti come formaggi freschi o fermentati di alimenti di origine vegetale, ideali per la cucina vegana. In questo caso, stiamo parlando veramente del top della gamma, e chiaramente i costi si alzano di parecchio rispetto ai modelli base.

In queste yogurtiere è estremamente importante che sia incluso un termostato che permetta di regolare le temperature e un display digitale dove impostare la tipologia e la durata del lavoro. In questo modo potremo avere un controllo totale della qualità del prodotto finito e saremo in grado di gustare prodotti assolutamente genuini e 100% fatti in casa.